Fjords, ritorno nella terra dei vichinghi - Recensione | Nerdevil

2022-09-02 21:22:53 By : Ms. Merity Tan

Esplora una terra tanto meravigliosa da togliere il fiato persino a un vichingo… 

Fjords è la riproposizione di un gioco ideato da Franz-Benno Delonge, qui adattato ed espanso attraverso il lavoro di Phil Walker-Harding. Questa nuova iterazione del titolo aumenta il player counter da 2 fino a un massimo di 4 giocatori (elemento che si accompagna anche a una crescita del tempo di gioco, che arriva a raggiungere i 45 minuti), e utilizza alcune Pietre Runiche per aggiungere variabilità alle partite. Escluse queste novità il gioco resta però fedele allo spirito dell’originale, mantenendone quasi inalterate le dinamiche e le regole.

Stiamo parlando di un titolo di piazzamento tessere e controllo del territorio organizzato in due fasi: quella di Esplorazione e quella di Insediamento.

Durante la Fase di Esplorazione il giocatore di turno dovrà posizionare una di 4 tessere estratte casualmente dal sacchetto di gioco. Le regole di posizionamento sono molto semplici: bisognerà mantenere la coerenza del paesaggio (seguendo quindi eventuali contorni di mari e montagne), posizionare la nuova tessera in modo che ne tocchi almeno altre 2 e non si dovrà mai creare un nuovo continente (o un’isola) separato dal mare.

Una volta posizionata la tessera scelta avremo anche la possibilità di piazzare su di essa (in una zona di pianura) una delle nostre 4 Case Lunghe, che fungeranno da punto di partenza per i nostri Vichinghi all’interno della successiva fase. Obiettivo di questa prima parte di gioco è quindi quello di costruire un terreno che sia comodo per la nostra espansione futura e al contempo complesso per i piazzamenti degli avversari.

Finito di posizionare tutte le tessere possibili (in funzione di come venga a costruirsi la mappa, infatti, non è detto che si riesca sempre a posizionare tutto) passeremo alla Fase di Insediamento, nella quale dovremo piazzare in ogni nostro turno un singolo Vichingo in un’area pianeggiante libera.

Anche le regole di piazzamento dei Vichinghi restano semplicissime: questi devono essere piazzati su tessere vuote (senza Case Lunghe, Vichinghi o Pietre Runiche su di esse) direttamente adiacenti tramite pianura a una tessera sotto il nostro controllo (con sopra quindi un nostro Vichingo o una nostra Casa Lunga). Questa volta quindi le nostre scelte ci vedranno tentare di bloccare eventuali espansioni avversarie, piazzandoci per tempo su strettoie e incroci: se avremo gestito bene le nostre scelte ci assicureremo il controllo sulla maggioranza della mappa di gioco e, con esso, la vittoria.

Fjords è uno di quei giochi semplici sia da spiegare che da giocare, quella categoria di giochi da tavolo che potreste trovarvi a intavolare con qualsiasi tipologia di giocatori e che difficilmente lascerà qualche scontento al tavolo. Personalmente lo reputo un buon titolo di piazzamento tessere che non sfigura anche se paragonato a mostri sacri del genere come Carcassonne. Con quest’ultimo condivide le modalità di piazzamento tessere, la necessità di mantenere la coerenza geografica nella mappa di gioco e certi elementi legati al controllo del territorio; a differenziarlo ci pensa invece la dinamica di punteggio legata solo ed esclusivamente al numero di terreni conquistati. Questo elemento basilare cambia notevolmente l’approccio al tutto rendendolo molto differente dal famoso gioco di Klaus-Jürgen Wrede.

Essendo questa una riedizione vorrei spendere due parole sulle novità introdotte da Phil Walker-Harding e su cosa queste cambino rispetto al passato. Tre sono le differenze sul piatto della bilancia: il passaggio da un titolo per 2 giocatori a uno da 2 a 4, un cambio di regola che ne modifica in modo sostanziale alcuni aspetti e l’aggiunta delle Pietre Runiche.

L’espansione del player counter mediante l’aggiunta di più pezzi di mappa ci consegna un titolo che, oltre a essere giocabile da più amici, risulta scalare ottimamente. A ben vedere mi sento di poter affermare che Fjords dia il meglio proprio nelle partite in 3/4 giocatori, aumentando i potenziali scontri e costringendoci a una maggior attenzione nella seconda fase di gioco (che, giocando in 2, può capitare risulti minimale e quasi automatica). L’aumento del numero dei giocatori ben si sposa poi con la nuova aggiunta in termini di regole di gioco.

In passato i giocatori dovevano estrarre una singola tessera e piazzarla sul campo da gioco, Walker-Harding ha però pensato di aumentare le scelte a nostra disposizione partendo sempre da 4 tessere disponibili. Gli effetti di questa modifica si fanno sentire sul fronte strategico, dandoci spesso un ventaglio di possibilità tra cui scegliere e riducendo i piazzamenti obbligati nel caso gli incastri a disposizione siano pochi (evento che resterà presente soprattutto nelle fasi terminali di alcune partite); di contro questa scelta aumenta in modo sostanziale il tempo di gioco, poiché ci si troverà a riflettere su molti più possibili incastri (considerate che i rapporti di tempo speso tra le due fasi si aggirano intorno all’80% per la prima e il restante 20% per la seconda).

Le Pietre Runiche rappresentano poi una piacevole sorpresa in grado di aumentare le variabili in gioco e, conseguentemente, espandere la longevità del titolo. Alcune si limiteranno ad aumentare il valore delle aree a esse limitrofe secondo differenti regole (Runa della Forza, Runa dell’Acqua, Runa dell’Amicizia e Runa della Casa), altre ci permetteranno di piazzare i nostri Vichinghi in modi unici (Runa del Viaggio, Runa del Cavallo, Runa della Saggezza), come ad esempio scavalcando le montagne o spostandoci lungo il mare. Queste aggiunte sono inoltre affiancate da una serie di combinazioni opzionali suggerite per imparare a conoscerle nell’arco di 7 partite; ovviamente nulla ci vieta di scegliere quali e quante utilizzarne in funzione dei nostri gusti, ma avere dei consigli per imparare a padroneggiarle è segno dell’impegno profuso in termini di bilanciamento.

Prima di salutarvi vorrei spendere anche una parola aggiuntiva sul fronte materiali di gioco. Le Pietre Runiche e le tessere Paesaggio esagonali sono in cartone spesso, resistenti e, parlando delle seconde, esteticamente molto belle (i paesaggi che si verranno a creare saranno sempre suggestivi e ricchi di dettagli naturali piacevoli). Le Case Lunghe e i Vichinghi sono elementi lignei di buona qualità (anche se mi sfugge il perché della scelta di armare i piccoli “meeple-Vichinghi” di forcone). L’unico elemento che non ho apprezzato per la resa estetica è il sacchetto di stoffa dal quale estrarremo le tessere: nulla da dire sui materiali che lo compongono, ma il disegno su di esso mi appare tremendamente “vecchio stile” (anche se l’illustrazione in sé, la stessa della scatola di gioco, è innegabilmente molto bella).

Personalmente non sono mai stato un grande fan dei giochi di piazzamento tessere “à la Carcassone”, ma devo dire che ho apprezzato ogni singola partita a Fjords, per cui appare evidente la bontà generale del gioco e delle scelte di “ammodernamento” svolte per consegnarlo nuovamente alle nostre serate ludiche.

Come già anticipato precedentemente, si tratta inoltre di uno di quei giochi che potreste intavolare davvero con ogni persona, e potrebbe persino fungere da “open level” per introdurre qualcuno al meraviglioso mondo dei board game. Per cui, se amate questa tipologia di giochi o siete sempre alla ricerca di qualche titolo da poter usare anche con dei casual player, dovreste quantomeno dargli una possibilità.

Un ringraziamento speciale a Ghenos Games

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